
Non è in realtà un caso unico (avevamo parlato qualche tempo fa del caso di Vanuatu), ma il piccolo stato asiatico del Bhutan, arroccato tra le montagne himalayane e schiacciato tra due giganti come la Cina e l’India, è uno dei pochi Paesi nel mondo in cui non esistono i partiti politici. Le leggi della monarchia attualmente retta dal giovane Re Drago (Druk Gyalpo) Jigme Khesar Namgyal Wangchuck, salito al trono nel 2008, vietano infatti l’appartenenza a formazioni politiche, ma questo non significa che non si svolgano delle elezioni.
I cittadini del Bhutan sono stati chiamati alle urne il 23 aprile per rinnovare i venti membri eletti del Consiglio Nazionale, ognuno dei quali rappresenta un distretto del Paese (Dzongkhags). A questi venti consiglieri eletti dal popolo, se ne aggiungono poi altri cinque scelti direttamente dal Druk Gyalpo. I candidati, naturalmente, si sono presentati a titolo personale, ed il più votato di ogni distretto è stato eletto al Consiglio Nazionale.
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