
Tra il 1° ed il 3 febbraio si sono svolte le elezioni parlamentari del Liechtenstein, il piccolo principato situato tra l’Austria e la Svizzera. I cittadini erano chiamati a rinnovare il parlamento unicamerale (Landtag) formato da 25 membri, il che rappresenta un numero notevole se si considera che la popolazione totale del Liechtenstein è di 36.000 abitanti: vi è quindi un parlamentare ogni 1.440 abitanti, come se l’Italia avesse circa 42.000 parlamentari, cosa che naturalmente risulterebbe impossibile.
Nel 2009, le elezioni avevano premiato l’Unione Patriottica (Vaterländische Union, VU), un partito di centro-destra conservatore e liberale, che aveva formato un governo di coalizione con il Partito Progressista dei Cittadini (Fortschrittliche Bürgerpartei in Liechtenstein, FBP), ispirato da idee simili a quelle del VU. Questi due partiti, forti di 24 seggi sui 25 disponibili, avevano quindi dato vita ad un governo guidato dal Primo Ministro Klaus Tschütscher (VU). L’unica opposizione era costituita dal singolo seggio occupato da un rappresentante della Lista Libera (Freie Liste, FL), partito di centro-sinistra dalla doppia anima socialdemocratica ed ecologista.
Questa volta, però, la Lista Libera, sotto la leadership di Wolfgang Marxer, ha ottenuto una rappresentanza di 3 seggi, grazie all’11% di preferenze. VU ha ottenuto 8 seggi contro i 13 delle passate elezioni, mentre FBP è divenuto il primo partito del Paese con 10 seggi (40% dei voti) nonostante una leggera flessione. I due partiti di maggioranza, che comunque dovrebbero formare il nuovo governo, scontano la nascita di un nuovo soggetto, gli Indipendenti (Die Unabhängigen, DU), che ha ottenuto 4 seggi. DU è sun nuovo partito fondato da alcuni fuoriusciti dal vecchio governo, in particolare Harry Quaderer.
L’affluenza alle urne è stata del 79,8%.
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