
Per due volte Obama ha vinto le elezioni presentando, all’interno del programma elettorale, un punto che prevedeva la chiusura del carcere di massima sicurezza di Guantánamo, una piccola porzione di territorio cubano illegalmente occupata dagli Stati Uniti.
Nel 2009, Barack Obama aveva istituito la carica di “inviato speciale per la chiusura del penitenziario di Guantánamo Bay”, conferita a Daniel Fried, ex ambasciatore statunitense in Polonia. Nonostante questo buon segnale, in realtà, per tutta la durata dell primo mandato di Obama, nulla di concreto era stato fatto per chiudere il carcere. In questi giorni, però, è arrivata una notizia ancor peggiore: Daniel Fried è stato sollevato dall’incarico che gli era stato conferito nel 2009 e ricoprirà l’incarico di “coordinatore per le politiche sanzionatorie a carico di Iran e Siria”. Inoltre, nessuno lo sostituirà per quanto riguarda l’incarico su Guantánamo.
Insomma, non solo il carcera di Guantánamo non verrà chiuso, ma Obama ritiene più importante “sanzionare” (in che modo?) l’Iran e la Siria, cioè passare da un’azione di eventuale riappacificazione con Cuba ad una di offesa nei confronti di altri due stati. In questo modo Obama chiarisce quali sono le sue reali priorità.
Resta ancora più strano il comportamento degli Stati Uniti, se si pensa a come continuino ad accusare Cuba di violazioni dei diritti umani, quando le violazioni dei diritti umani che hanno avuto luogo sul territorio cubano negli ultimi anni sono quelle del carcere di Guantánamo, come dimostrano i numerosi casi di torture a danno dei detenuti e i tentativi di suicidio (riusciti e non, per non parlare di quei suicidi che potrebbero in realtà essere degli omicidi), che si susseguono tra i detenuti stessi.
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