
“L’armata francese e quella maliana sono entrate nella città del Sahara fra gli applausi della folla”. Così, il giornale francese Le Figaro descrive l’ingresso delle forze militari franco-maliane nell’antica città di Tombouctou, considerata patrimonio mondiale dell’umanità dall’UNESCO. Una delle principali accuse che vengono fatte agli islamisti, è proprio quella di aver distrutto numerosi antichi manoscritti che si trovavano in una biblioteca alla quale è stato dato fuoco.
Intanto, per proseguire la “riconquista” del nord del Mali, i francesi hanno fatto sbarcare nuovi soldati e materiale bellico a Dakar (Senegal), mentre il presidente Hollande esulta: “Stiamo vincendo questa battaglia”. Lo stesso Hollande ha assicurato che, “una volta ristabilita l’integrità territoriale del Mali, le forze francesi rientreranno alla base”. Resta da capire quanto tempo ci vorrà affinché il Mali sia considerato un Paese “integro” dal punto di vista di Hollande.

L’armata francese la fa comunque da padrona nel deserto del Sahara, dato che dei 1.200 soldati entrati a Tombouctou, ben 1.000 sono francesi. E meno male che i soldati francesi dovevano servire solamente da spalla all’esercito del Mali.
Se Hollande esulta, il ministro della Difesa, Jean-Yves Le Drian, resta più cauto. Infatti, la città di Tombouctou non è ancora del tutto sotto il controllo delle forze franco-maliane, che si troverebbero, comunque “sulla buona strada”.
Intanto, dalla sede del summit di Addis-Abeba (Etiopia), l’Unione Africana ha fatto sapere che è disposta a finanziare la “Missione Internazionale di sostegno al Mali” (MISMA), il cui costo è stato stimato a 460 milioni di dollari. Il 10% di questa somma, dovrebbe essere disponibile immediatamente. La cosa ci sembra alquanto inopportuna, visto che i Paesi africani di certo non navigano nell’oro, e questi fondi sarebbero ben più utili se impiegati in altri settori.
Il Presidente maliano, Dioncounda Traoré, dimenticando di essere salito al potere con un colpo di stato, ha dato luogo ad un discorso emozionato, in cui ringraziava per il sostegno i rappresentanti degli altri Paesi africani e la Francia, ex colonizzatrice dello stesso Mali e di mezza Africa: “Viva l’Africa unita e solidale! Viva la pace nel mondo! Viva la Francia!”. Anche molti capi di stato soffrono di amnesie, ed hanno applaudito l’intervento militare della Francia, in particolare Blaise Compaoré, salito al potere in Burkina Faso grazie all’omicidio di Thomas Sankara, progettato dai servizi segreti francesi in collaborazione con lo stesso Compaoré.
CLICCA QUI PER LA PAGINA FACEBOOK
Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte e del link originale.