
L’intervento militare francese in Mali ha incassato un sostegno trasversale nel panorama politico dell’esagono: dall’UMP, passando per il centro di Bayrou fino ad arrivare ai Verdi, oltre, naturalmente, ai socialisti del presidente Hollande. E tutti sono stati d’accordo nel chiedere all’Unione Europea ed alle altre forze internazionali di intervenire al fianco della Francia.
Jean-François Copé (UMP) si è detto fortemente inquieto per la solitudine della Francia in Mali, ma ha ribadito il suo sostegno al governo per questo intervento militare: “È veramente importante fare in modo che la comunità internazionale nel suo insieme si affianchi alla Francia in questo intervento che reputo necessario”.
Sia gli Stati Uniti che i Paesi dell’UE hanno approvato la decisione di Hollande, ma quasi nessun Paese, in un primo mento, ha offerto il suo sostegno effettivo. Solo la Gran Bretagna e la Danimarca hanno proposto un aiuto logistico. Il centrista François Bayrou si è detto preoccupato per la latitanza dell’UE, in particolare della Germania, e della Nato: “Gli europei e la Nato dove sono?”.
Il parlamentare europeo dei Verdi, Daniel Cohn-Bendit ha fatto sentire la sua voce in sede comunitaria, insieme al conservatore Arnaud Danjean. In seguito a queste esternazioni, si è aperto un tavolo dei ministri degli esteri europei dedicato ai “possibili interventi europei in Mali”, come affermato da Catherine Ashton, l’alta rappresentante dell’Unione Europea per gli esteri.
Ed ecco che, in men che non si dica, la Germania ha aperto le porte ad un sostegno alle operazioni militari francesi, seguita a ruota dall’Italia, che, attraverso il Ministro degli Esteri Giulio Terzi di Sant’Agata, ha dato il proprio benestare almeno per quanto riguarda un supporto logistico. E la Costituzione? E il Parlamento? Evidentemente non hanno alcuna importanza davanti ad interessi troppo grandi.
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