
In due tornate, il 15 ed il 22 dicembre, gli egiziani sono stati chiamati ad approvare o a respingere la nuova costituzione redatta dall’Assemblea Costituente, eletta questa estate dal Parlamento. La nuova costituzione, composta da 234 articoli, è stata approvata con il 64% dei voti, secondo i risultati complessivi dei due turni svolti in Egitto e dei voti arrivati dagli egiziani all’estero.
La nuova costituzione egiziana pone fine all’onnipotenza del Presidente, che potrà essere eletto solamente per due mandati di quattro anni, ed il cui potere sarà controbilanciato da un Parlamento più forte. Questa misura è stata presa, naturalmente, per segnare una svolta rispetto all’era Mubarak, rimasto al potere per 30 anni con un margine d’azione quasi illimitato.
Sono previste anche delle misure contro la tortura e la detenzione senza equo processo. Al contrario, preoccupano alcuni privilegi accordati agli alti ufficiali dell’esercito, che ricalcano quelli dell’era Mubarak, mentre manca un riferimento preciso alla libertà di espressione e di religione, come ha fatto notare l’ONG Human Rights Watch.
Dal punto di vista religioso, l’articolo 2 mantiene la relazione tra l’Islam e la legge egiziana, ricalcando la precedente costituzione. Nonostante ciò, alcuni gruppi estremisti si sono dichiarati contrari alla costituzione, in quanto non rispetterebbe la legge islamica. Allo stesso tempo, i membri delle minoranze religiose hanno sottolineato che la costituzione li obbligherebbe a rispettare la legge islamica.
Un’altra lacuna della nuova costituzione è l’assenza di un articolo che definisca l’eguaglianza tra l’uomo e la donna: un provvedimento a riguardo era stato proposto, ma è poi stato cassato per le proteste dell’ala più conservatrice. Le associazioni per i diritti della donna si sono, di conseguenza, pubblicamente opposte alla nuova costituzione.
Manca anche un riferimento alla trasparenza, nonostante la corruzione fosse uno dei principali problemi durante la presidenza di Hosni Mubarak.
Sulla nuova costituzione pesa anche il conflitto istituzionale tra il presidente Morsi e la Suprema Corte Costituzionale. I sostenitori di Morsi accusano i giudici della Corte di essere schierati dalla parte dell’ex Presidente Mubarak, mentre gli stessi giudici hanno denunciato pressioni da parte dei sostenitori del presidente ed avevano indetto uno sciopero, rifiutandosi di approvare la Costituzione proposta dall’Assemblea Costituente.
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