
Due settimane fa avevamo commentato i primi risultati arrivati dal Ghana per quanto riguarda le elezioni presidenziali, con John Dramani Mahama del National Democratic Congress (NDC) che era stato confermato alla guida del paese africano, dopo aver sostituito il presidente John Atta Mills, deceduto.
Dei problemi con il sistema di riconoscimento biometrico degli elettori, però, avevano fatto pensare alla possibilità di manipolazioni del voto, ed il principale avversario di Mahama, l’ex Ministro degli EsteriNana Addo Dankwa Akufo-Addo (New Patriotic Party – NPP) aveva chiesto un nuovo conteggio delle schede. Akufo-Addo si trovava infatti a soli 3 punti percentuali dal vincitore, ed aveva ancora qualche speranza di ribaltare l’esito del voto.
Gli osservatori internazionali e nazionali, così come l’Unione Africana, avevano invece dichiarato le elezioni “in gran parte libere ed affidabili”, affermando che i problemi con il sistema biometrico non avevano in realtà influenzato l’esito finale del voto.
Visto che le proteste da parte dell’elettorato di Akufo-Addo continuavano, l’Unione Africana ha inviato come suo rappresentate il Presidente del Benin, Thomas Yayi Boni, per fare da mediatore tra i due contendenti. Yayi Boni si è congratulato a nome dell’Unione Africana con il vincitore Mahama, legittimando quindi il risultato delle urne, ma allo stesso tempo ha invitato il neoeletto Presidente a formare un governo inclusivo, cioè a coinvolgere anche i rappresentanti degli altri partiti, ed in particolare del NPP di Akufo-Addo.
Mahama è quindi stato dichiarato vincitore, e nel suo discorso di investitura ha avuto un atteggiamento di riconciliazione con le opposizioni: “Vorrei invitare i miei compagni candidati ad unirsi a noi come alleati nel progetto di costruzione della nazione e di creazione di un Ghana migliore”.
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