Crocetta vince, M5S primo partito. Ma chi governa?

I tanto attesi risultati delle regionali siciliane sono ormai sotto gli occhi di tutti. Si pensava che la Sicilia potesse dare il via ad una rivoluzione della politica italiana, ma in realtà così non è stato. Certo, il Movimento 5 Stelle è divenuto il primo partito della regione, con il 14,89% dei voti e 15 seggi dei 90 disponibili, e potrà giocare un ruolo fondamentale nel cosniglio regionale dell’isola. Ma, di fatto, la lotta per la presidenza è stata la solita, tra il candidato del centro-destra, Nello Musumeci, e quello del centro-sinistra, Rosario Crocetta, alla fine uscito vincitore.

Il vero effetto della presenza del M5S e del suo candidato, Giancarlo Cancellieri, è stato quello dell’atomizzazione del voto, che non ha dato a nessuno una maggioranza solida con cui governare. A questo ha concorso anche Gianfranco Micciché, che ha raccolto il 15% dei suffragi, appoggiato da MPA, FLI e Grande Sud.

Ora restano forti dubbi su quale sarà la maggioranza di governo: le liste che hanno appoggiato Crocetta hanno raccolto 39 seggi su 90, il che non garantisce il governo dell’isola. A questo punto, potrebbe risultare fondamentale l’appoggio del M5S, altrimenti i siciliani rischieranno di trovarsi con una maggioranza che spazia dal centro-destra al centro-sinistra, inclusi i partiti che appoggiavano l’ex governatore Lombardo, o addirittura di essere richiamati alle urne molto presto.

Altra candidata di rottura con il passato, appoggiata da Idv e dalla lista Claudio Fava Presidente (FdS, SEL e Verdi), Giovanna Marano ha ottenuto il 6%.

Il vero cambiamento non c’è stato, le forze della politica tradizionale hanno comunque prevalso, sebbene non possano cantare vittoria, e questo non sembra presagire un cambiamento prossimo per il popolo siciliano. Ma, soprattutto, ciò che ci viene spontaneo da chiederci è: i siciliani vogliono davvero questo cambiamento? Visto il 52% di astensionismo, la risposta sembrerebbe essere no. Non andare a votare può essere una forma di protesta, un segno di sfiducia verso la politica, ma in realtà non fa altro che rafforzare i partiti tradizionali che hanno una base elettorale consolidata da tempo, così come i candidati che hanno una rete estesa sul territorio e che mettono in moto la loro macchina elettorale solo quando ne hanno bisogno. L’elettore dovrebbe, invece, premiare quei partiti e quei candidati che operano sul territorio tutti i giorni, che portano avanti le battaglie civili quotidianamente, ma con l’astensione di massa sono proprio i candidati più lodevoli ad essere penalizzati.

In pratica, il nuovo presidente Rosario Crocetta governerà (o proverà a farlo) con il consenso del 15% dei siciliani. Un governo che non è legittimato dal popolo e che non si fonda su vere basi democratiche, il cui unico aspetto positivo è la presidenza affidata ad un uomo che si è sempre distinto per la sua lotta alla malavita organizzata.

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About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

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