
L’Uganda, Paese dell’Africa centro-orientale, guidato dal 1986 dal presidente Yoweri Kaguta Museveni, richiama spesso l’attenzione internazionale per i tentativi continui di approvare una legge anti-gay, nota come Anti-Homosexuality Bill o “Kill the Gay Bill”. Questa legge prevederebbe di punire gli omosessuali con il carcere a vita o con la pena di morte.
Il presidente Museveni questa volta sembra ancor più determinato: spinto da un sondaggio secondo il quale il 96% degli ugandesi sarebbe in favore della legge, ha dichiarato che questo provvedimento sarà “un regalo di Natale” per il popolo ugandese.
In Africa, solo 16 Paesi ritengono l’omosessualità come “legale”: tra questi si distingue il Sud Africa, che dal 2006 ha legalizzato i matrimoni omosessuali e che già nel 2002 aveva ammesso nella propria legislazione la possibilità di adozione per le coppie gay. Ma, per gli omosessuali del resto del continente, la situazione è pessima: la discriminazione è largamente diffusa, ed in alcuni casi può arrivare ad atti estremi come all’omicidio. Uno dei casi più eclatanti è avvenuto proprio in Uganda, quando una rivista locale decise di pubblicare i volti dei gay (o presunti tali) più noti in Uganda, incitando i lettori ad “impiccarli”. Pochi giorni dopo la pubblicazione, il leader del movimento per i diritti omosessuali in Uganda, David Kato, fu ucciso a martellate mentre era in casa.
CLICCA QUI PER LA PAGINA FACEBOOK
Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte e del link originale.