L’Onu vota contro l’embargo a Cuba

Il 13 novembre 2012, per il 21° anno consecutivo, l’Assemblea Generale ONU ha votato contro l’embargo (blocco economico e commerciale) che gli Stati Uniti hanno imposto ai danni di Cuba oltre mezzo secolo fa, nel 1960. Nonostante Barack Obama abbia ampiamente parlato di una “nuova politica” nei confronti di Cuba, già nella sua prima campagna elettorale, fino ad ora nulla è cambiato per l’isola caraibica.

Dei 193 stati facenti parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ben 188 si sono espressi per la fine dell’embargo che colpisce l’economia cubana. I voti contrari alla risoluzione contro l’embargo sono stati tre: Stati Uniti, Israele e Palau. Gli astenuti sono invece stati due: Isole Marshall e Stati Federati di Micronesia.

Se la stretta relazione tra Stati Uniti e Israele è evidente e non necessita ulteriori spiegazioni, può essere interessante sottolineare le ragioni che spingono tre piccoli stati arcipelagici del Pacifico a votare con gli Stati Uniti, o quanto meno a non avere l’ardire di votare contro.

La Repubblica di Palau ha ottenuto la propria indipendenza formale dagli Stati Uniti nel 1994, ma i rapporti tra i due stati restano molto stretti, come dimostrato dall’accordo noto come COFA (Compact of Free Association).

Le Isole Marshall hanno invece ottenuto l’indipendenza dagli stessi USA nel 1979, ma nel 1986 anche le Marshall hanno firmato un accordo COFA, rinnovato nel 2003. Gli USA mantengono una base militare nell’arcipelago, mentre l’accordo COFA prevede che gli Stati Uniti provvedano a risarcire lo stato dei test nucleari svolti nella regione, il che costituisce un’importante fonte di entrate per un arcipelago che conta meno di 60.000 abitanti.

Gli Stati Federati di Micronesia hanno a loro volta ottenuto l’indipendenza nel 1979, così come hanno stipulato un COFA nel 1986, rinnovato nel 2004. Per questo stato, la maggiore fonte di entrate è costituita dagli aiuti statunitensi, che hanno provveduto a fornire quasi 2 miliardi di dollari negli ultimi 25 anni.

I tre arcipelaghi, insieme, formava in passato il Territorio Fiduciario delle Isole del Pacifico, amministrato dagli Stati Uniti sin dalla fine della seconda guerra mondiale, quando sottrassero queste isole ai giapponesi. Del Territorio Fiduciario facevano parte anche le Isole Marianne, che tutt’ora non sono indipendenti dagli USA.

In pratica, quando parliamo di Palau, Marshall e Micronesia, stiamo parlando di tre stati parzialmente indipendenti e che non hanno l’autonomia necessaria (economicamente e politicamente) per contraddire gli Stati Uniti. Tutti gli altri stati del mondo, compresi i 27 dell’Unione Europea, il Canada, il Messico e gli altri principali alleati degli Stati Uniti, hanno votato ancora una volta per la fine dell’embargo a Cuba.

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About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

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