L’Uruguay introduce il diritto all’aborto in Sud America

Nella sua storia, l’Uruguay è stato spesso un modello all’interno del continente sudamericano, tanto da guadagnarsi l’appellativo di “Svizzera del Sud America”. Questo perché, sebbene sia un Paese piccolo e povero di risorse, è riuscito a costruire una certa prosperità rispetto al resto del continente. E’ inoltre stato in grado di mantenere la stabilità politica e la democrazia anche in periodi in cui in Sud America dilagavano dittature e populismi.

Anche oggi, nonostante molti Paesi sudamericani siano guidati da governi progressisti, il piccolo Uruguay fa parlare di sé. In un continente in cui l’aborto è tuttora un tabù, il parlamento uruguayo ha votato per la depenalizzazione, rendendo l’aborto possibile nel primo trimestre di gravidanza, senza ulteriori restrizioni. La legge diventerà effittiva solo dopo la firma del presidente José Mujica, approssimativamente tra un mese, considerando i tempi della burocrazia.

Prima dell’Uruguay, solo la Guyana aveva riconosciuto il diritto all’aborto in tutto il Sud America. Va notato, però, che la Guyana si differenzia dal resto del continente per essere stata colonia inglese e per non essere un Paese a grande maggioranza cattolica. Considerando tutta l’America Latina, “dal Messico allo stretto di Magellano”, è possibile abortire anche a Cuba e a Città del Messico (la struttura federale del Messico fa in modo che ogni stato federato possa avere leggi diverse in materia). L’Argentina, invece, consente l’aborto solo in casi eccezionali, come lo stupro, o quando la gravidanza metterebbe in pericolo la vita della madre.

L’Uruguay è quindi protagonista di un grande passo avanti per i diritti delle donne, nel continente in cui avvengono più aborti illegali, spesso con gravi conseguenze. A causa delle forti pressioni della chiesa cattolica, infatti, in molti Paesi dell’America Latina l’aborto è punito con la detenzione, e in alcuni casi si può arrivare a parlare di violazione dei diritti umani, come dimostra la condanna del Perù da parte dell’ONU, reo di non garantire la possibilità di un aborto legale.

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About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

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