Kirghizistan: tentativo di golpe sfumato alla vigilia delle elezioni
La situazione politica del Kirghizistan continua ad essere complicata dopo le elezioni annullate dello scorso anno ed il cambio di governo alla guida dell’ex repubblica sovietica.
La situazione politica del Kirghizistan continua ad essere complicata dopo le elezioni annullate dello scorso anno ed il cambio di governo alla guida dell’ex repubblica sovietica.
Il Kirghizistan approva la nuova costituzione con un referendum. Nonostante il cambio di governo, il Paese resta saldamente nella sfera d’influenza russa.
Dopo le dimissioni forzate del presidente Sooronbay Jeenbekov, Sadyr Japarov è diventato il nuovo uomo forte della politica kirghisa. Con l’approvazione della nuova costituzione, Japarov potrebbe assumere poteri senza precedenti nella storia del paese.
In seguito alle dimissioni del presidente Sooronbay Jeenbekov, il nuovo primo ministro Sadyr Japarov ha assunto il controllo provvisorio del Paese, con la promessa di portare il Paese a nuove elezioni.
Ancora una crisi politica che coinvolge un’ex repubblica sovietica: dopo il caso della Bielorussia e l’esplosione del conflitto tra Armenia e l’Azerbaigian, è la volta del Kirghizistan. Solo una coincidenza?
Domenica 15 ottobre, i cittadini del Kirghizistan sono stati chiamati alle urne per eleggere il nuovo Presidente, che entrerà in carica alla fine del mandato dell’attuale capo di stato Almazbek Atambayev, ovvero il 1° dicembre di quest’anno. Il 55.93% degli aventi diritto si è recato alle urne, ovvero quasi 1.7 milioni di persone sui tre milioni di potenziali votanti.
Il Kirghizistan è uno Stato dell’Asia centrale, con capitale Biškek. Nato dalla dissoluzione dell’URSS, è rimasto ignoto ai più fino a qualche giorno fa, quando è salito alla ribalta delle cronache per via della rivolta scoppiata nella capitale contro il presidente Kurmanbek Bakiyev ed il primo ministro Daniyar Ussenov.