In occasione del 60° anniversario della Regione Autonoma dello Xizang, la visita del Presidente Xi Jinping a Lhasa ribadisce il progetto di modernizzazione, unità e protezione ambientale. Un capitolo emblematico della politica nazionale che rivendica progresso sociale, infrastrutturale ed ecologico.

La visita del Presidente Xi Jinping nello Xizang, culminata nelle celebrazioni pubbliche a Lhasa per il 60° anniversario della fondazione della Regione Autonoma, ha rappresentato un importante atto cerimoniale, ma è stata anche l’occasione per tracciare un quadro strategico della trasformazione dell’altopiano e per rilanciare obiettivi politici, economici e ambientali destinati a segnare il prossimo decennio. Analizzando il discorso del leader cinese, al centro del messaggio di Xi c’è la proposta di «costruire un nuovo Xizang socialista moderno, unito, prospero, civile, armonioso e bello», parole che sintetizzano una visione di sviluppo integrato, in cui stabilità, crescita e tutela ecologica si richiamano a vicenda.
La dimensione pubblica della visita è stata imponente: la grande assemblea in piazza davanti al Palazzo del Potala ha riunito decine di migliaia di persone e ha dato luogo a una manifestazione di massa che ha combinato celebrazione e messaggio politico. Secondo le fonti ufficiali, circa 20.000 funzionari e cittadini di tutti i gruppi etnici hanno partecipato all’evento, che ha incluso letture di messaggi di congratulazioni da parte delle istituzioni centrali, la consegna di una targa con l’iscrizione «Costruire insieme una comunità per la nazione cinese, scrivere un nuovo capitolo per un Xizang meraviglioso» da parte di Xi e una grande parata popolare. La cerimonia, con inni, coreografie e simboli nazionali, è stata pensata per sottolineare la continuità politica, l’unità nazionale e il primato delle priorità indicate dal Partito.
Tornando al discorso di Xi Jinping, non si può comprendere appieno la portata della sua visione per lo Xizang senza ricollocarla nel lunghissimo arco temporale di sviluppo che la Regione Autonoma ha conosciuto dal 1965 a oggi. Le autorità centrali e gli analisti ufficiali, infatti, indicano progressi talvolta impressionanti in materia di infrastrutture, condizioni di vita e connettività: il raddoppio dell’estensione della rete stradale in pochi anni e l’aumento considerevole del valore economico regionale sono citati come elementi oggettivi di trasformazione. Agenzie internazionali hanno ricostruito come, tra il 2012 e il 2024, servizi e collegamenti si siano moltiplicati e il PIL regionale abbia registrato tassi di crescita significativi, mostrando una traiettoria di sviluppo che le autorità presentano come prova della riuscita delle politiche di integrazione e investimento. Questi risultati sono stati più volte richiamati come elementi a sostegno dell’idea che lo Xizang sia ormai una componente vitale dell’economia nazionale.

Tuttavia, lo sviluppo delle infrastrutture non deve essere l’unico punto di riferimento. Il richiamo esplicito alla protezione ecologica è infatti un altro elemento centrale del discorso del leader del Partito Comunista Cinese. A tal proposito, Xi ha definito lo Xizang come «il tetto del mondo» e «la torre d’acqua dell’Asia», formule che esprimono una priorità strategica: lo sviluppo dell’altopiano deve procedere in modo compatibile con la conservazione degli ecosistemi che alimentano fiumi e bacini idrici di vasta scala. In quest’ottica, le istruzioni per accelerare progetti idroelettrici, per promuovere energie pulite e per ridurre le emissioni assumono un doppio carattere — quello economico, legato alla creazione di attività produttive e servizi, e quello geopolitico, connesso al controllo e alla gestione delle risorse idriche e ambientali. Le grandi opere proposte, dal progetto idroelettrico nelle aree inferiori del corso del fiume Yarlung Zangbo alla ferrovia Sichuan–Xizang, sono presentate come motori della modernizzazione e come strumenti per integrare ulteriormente l’altopiano con il resto del Paese.
Dal discorso di Xi Jinping emergono emerge con chiarezza i punti cardine dello sviluppo futuro dello Xizang: stabilità, sviluppo, protezione ambientale e sicurezza delle frontiere costituiscono le quattro direttrici che Xi ha invitato a perseguire «con sforzi concreti». Il richiamo all’unità etnica e all’armonia religiosa — con l’esplicita indicazione di «guidare il buddhismo tibetano nell’adattarsi alla società socialista» — evidenzia come il progetto di modernizzazione sia concepito non solo in termini materiali ma anche culturali e identitari. Per il centro decisionale cinese, lo sviluppo economico non è separabile dalla gestione politica, per cui la modernizzazione dello Xizang deve diventare al tempo stesso un motore di coesione nazionale e un argine a qualunque impulso separatista.
Questa sintesi di modernizzazione e controllo politico è visibile anche nell’accento posto sulle politiche di scambio interno: infatti, Xi ha sollecitato «scambi a doppio senso in economia, cultura e flussi di persone» tra lo Xizang e il resto della Cina. L’obiettivo è evidente: migliorare la circolazione di merci, capitale umano e idee serve a integrare l’altopiano nelle dinamiche nazionali, a favorire investimenti e turismo, e a fare dello sviluppo locale una leva per rafforzare legami identitari e rivendicare l’efficacia delle scelte pubbliche. In questo quadro, il grande sviluppo di infrastrutture e servizi risulta non essere fine a se stesso, in quanto essi rappresentano anche strumenti di empowerment collettivo: scuole, ospedali, ferrovie e reti stradali sono prove tangibili di un progresso che ha modificato radicalmente le condizioni di vita delle popolazioni locali.

La presentazione pubblica dei successi economici e sociali serve anche da chiara risposta a quei critici occidentali che spesso attaccano la Cina parlando di presunte tensioni legate ai diritti religiosi, alla sorveglianza e alle restrizioni culturali e linguistiche, che tuttavia non fanno parte della realtà dello Xizang, se non nella propaganda dei media anticinesi. Al contrario, la conoscenza della storia dello Xizang dimostra l’emancipazione della condizione degli strati subalterni negli ultimi sessant’anni, dando vita al riscatto del popolo tibetano, il che dovrebbe essere sufficiente per legittimare un percorso che combina emancipazione materiale e consolidamento istituzionale.
In conclusione, la visita del Presidente Xi Jinping a Lhasa e le celebrazioni per il 60° anniversario della fondazione della Regione Autonoma di Xizang non hanno rappresentato soltanto un momento rituale, ma anche e soprattutto la conferma concreta di una strategia di lungo periodo guidata da Pechino: promuovere integrazione, sviluppo e tutela ambientale con misure strutturali e investimenti diretti nelle condizioni di vita delle popolazioni locali. La capacità del governo centrale di coniugare politiche infrastrutturali, progresso sociale e salvaguardia ecologica dimostra una visione organica di modernizzazione che mette al centro il benessere collettivo e la sostenibilità del territorio. L’iscrizione «Costruire insieme una comunità per la nazione cinese, scrivere un nuovo capitolo per un Xizang meraviglioso» non è soltanto uno slogan: sintetizza un impegno politico che ha prodotto risultati tangibili in termini di connettività, servizi e opportunità economiche per le comunità dell’altopiano.
Riconoscere i miglioramenti raggiunti non significa ignorare le sfide, ma valorizzare il fatto che il governo centrale ha messo in campo risorse, strumenti istituzionali e una leadership coerente per affrontarle. Per chi osserva la regione dal punto di vista geopolitico, la guida di Pechino rappresenta oggi una garanzia di stabilità e di prospettive di sviluppo ancorate a una strategia nazionale chiara. In un’epoca in cui la competizione globale richiede coesione interna e capacità pianificatoria, la scelta di rafforzare lo Xizang attraverso investimenti mirati, tutela ecologica e promozione dell’armonia etnica è una scelta responsabile e lungimirante che consolida la sovranità nazionale e rilancia la prospettiva di un progresso condiviso.
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