Le elezioni legislative di domenica in Polonia dovrebbero sancire una nuova schiacciante vittoria per il partito di destra Diritto e Giustizia, con la conseguente conferma di Mateusz Morawiecki nel ruolo di primo ministro.

Domenica 13 ottobre la Polonia sarà chiamata alle urne per le elezioni legislative, che prevedono il rinnovamento della composizione di entrambe le camere del parlamento di Varsavia: la Camera dei Deputati (Sejm Rzeczypospolitej Polskiej), comprendente 460 seggi, ed il Senato (Senat Rzeczypospolitej Polskiej), formato da 100 scranni.
Nonostante il metodo proporzionale D’Hondt utilizzato per la camera bassa, la soglia di sbarramento molto elevata (5% per i partiti ed 8% per le coalizioni, con delle eccezioni per le minoranze etniche) permette generalmente l’acquisizione di un cospicuo numero di seggi per la formazione più votata. Al Senato, invece, l’allocazione degli scranni avviene attraverso il metodo first-past-the-post di matrice anglosassone. Alle elezioni del 2015, ad esempio, il partito Diritto e Giustizia (in polacco: Prawo i Sprawiedliwość, abbreviato in PiS) ottenne 235 deputati con il 37.58% delle preferenze, guadagnandosi la maggioranza assoluta.
La formazione di destra guidata dall’ex primo ministro Jarosław Kaczyński sarà la favorita anche per la consultazione elettorale di domenica: secondo i sondaggi, anzi, PiS potrebbe aumentare ulteriormente i propri consensi, attestandosi quasi sulla soglia del 45%. Tale risultato dovrebbe permettere al partito di governo di incrementare la propria maggioranza in entrambe le camere, con il cinquantunenne Mateusz Morawiecki destinato ad ottenere un secondo mandato in qualità di primo ministro, dopo essere subentrato nel 2017 a Beata Szydło.
Al momento, la formazione più vicina al PiS risulta essere la Coalizione Civica (Koalicja Obywatelska, KO), che ha individuato in Małgorzata Kidawa-Błońska la propria candidata per la guida del governo. Segnalato attorno al 27%, questo cartello è composto da quattro partiti di diversa estrazione, che si sono coalizzato nel tentativo di fermare l’avanzata del governo di destra: la forza più importante al suo interno resta certamente la Piattaforma Civica (Platforma Obywatelska, PO) del liberale Grzegorz Schetyna, alla quale si sono aggiunte altre compagini su posizioni di centro-sinistra.
In netto calo rispetto alle precedenti elezioni viene segnalata la Coalizione Polacca (Koalicia Polska) di Władysław Kosiniak-Kamysz, cartello formato attorno al Partito Popolare Polacco (Polskie Stronnictwo Ludowe – PSL), grande protagonista della vita politica nazionale nei primi anni ’90, ma oggi a rischio sparizione visto che farà fatica a superare il 5%. La soglia di sbarramento sarà l’obiettivo anche per la Confederazione Libertà e Indipendenza (Konfederacja Wolność i Niepodległość), lista di estrema destra nazionalista ed euroscettica, guidata da Janusz Korwin-Mikke.
Buone notizie, al contrario, potrebbero arrivare per le formazioni di sinistra, riunite nell’alleanza Lewica (letteralmente “Sinistra”). I partiti che sostengono la candidatura di Włodzimierz Czarzasty potrebbero raggiungere il 14%, risultato che permetterebbe l’elezione di diversi parlamentari, fatto non riuscito quattro anni fa, quando le forze di sinistra si presentarono separate. L’ascesa di Lewica, del resto, aveva già avuto luogo a maggio, con l’elezione di otto europarlamentari. Questa volta, Lewica punta a diventare la terza forza politica polacca, tentando di arginare la pur straripante maggioranza di PiS.
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