
C’è poco da fare: con l’avvento dei social network la smania di commentare ogni cosa è irrefrenabile, anche quando non si avrebbero neppure le competenze basilari per esprimere un proprio parere su un argomento. Nel nostro caso non stiamo infatti parlando di punti di vista differenti, di opinioni e posizioni divergenti, bensì di commenti che non stanno né in cielo né in terra, che contrastano con la realtà delle cose. L’ultimo esempio è arrivato con la sentenza della Corte Europea di Strasburgo che ha condannato l’Italia per il mancato rispetto dei diritti delle persone omosessuali o, più in generale, della Comunità LGBTI. Centinaia di persone e pagine, a partire dal profilo ufficiale di Matteo Salvini, hanno tuonato contro la Corte di Strasburgo ed i suoi giudici (definiti addirittura “burocrati europei” dal leader della Lega), che, secondo gli innumerevoli tuttologi italiani, perderebbe tempo ad occuparsi dei diritti degli omosessuali anziché pensare a problematiche “ben più importanti” come i clandestini, la Grecia, le guerre e i bombardamenti in mezzo mondo, il conflitto tra Russia e Ucraina e chi più ne ha più ne metta.
Sembra dunque doveroso ricordare che cos’è e come funziona la Corte Europea di Strasburgo, tanto per schiarire le menti offuscate dei tanti pseudogiuristi da tastiera.
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo è stata istituita dalla Convenzione Europea dei diritti dell’Uomo, firmata a Roma il 4 novembre 1950 ed entrata in vigore il 3 settembre del 1953 (l’Italia la ratificò invece il 26 ottobre 1955). Una cosa da chiarire immediatamente è che la Corte e la Convenzione non hanno nulla a che fare con l’Unione Europea, bensì con il Consiglio d’Europa, fondato il 5 maggio del 1949 con il trattato di Londra, del quale fanno parte ben quarantasette stati, ovvero tutti i Paesi del continente europeo tranne la Bielorussia, in quanto quest’ultima viene giudicata non democratica e non ha ancora abolito la pena di morte, ed il Vaticano. Non va dunque confusa con la Corte di giustizia dell’Unione Europea con sede in Lussemburgo, questa sì appartenente all’UE. L’unica relazione che esiste fra l’UE e la Corte, è il fatto che i ventotto stati dell’Unione aderiscono al Consiglio d’Europa, per questo la Corte di giustizia di Lussemburgo si è impegnata a tenere conto della Convenzione per evitare di emettere sentenze contraddittorie con quelle della Corte di Strasburgo.
Altro fatto importante da ricordare, è quello relativo alle competenze della Corte, fissate dall’articolo 32 della Convenzione, secondo il quale la Corte è competente su tutte le questioni concernenti l’interpretazione e l’applicazione della Convenzione stessa (consultare l’elenco riportato in basso). Secondo l’articolo 34, la Corte può esprimersi solamente quando chiamata in causa da una persona fisica, un’organizzazione non governativa o un gruppo di privati, i quali pretendono di essere vittima di un violazione dei uno dei diritti riconosciuti nella Convenzione o nei suoi Protocolli da parte di una delle Alte Parti contraenti, ovvero i quarantasette stati membri. In questo caso, alcune coppie omosessuali hanno presentato alla Corte le loro rimostranze, ritenendo di essere vittime di una violazione dei diritti umani da parte dello stato italiano, e la Corte si è espressa in loro favore. Inoltre, secondo l’articolo 57, la Corte ha il potere di chiedere spiegazioni agli Stati sul modo in cui il diritto interno assicura l’effettiva applicazione delle disposizioni convenzionali: in questo caso, la Corte ha messo in evidenza un vuoto giuridico da parte dell’Italia nel riconoscere i dovuti diritti alle coppie omosessuali, richiedendo di colmarlo. Quanto ai “burocrati europei”, i giudici della corte sono quarantasette, ognuno in rappresentanza di uno stato membro del Consiglio d’Europa, che vanno a comporre l’Assemblea plenaria, la Grande Camera di diciassette giudici, le Camere composte da sette giudici ed i Comitati composti da tre giudici. L’Italia è attualmente rappresentata dal giudice Guido Raimondi, che ne è anche il vicepresidente dal 1° novembre 2012 (il presidente è invece il lussemburghese Dean Spielmann).
Ricapitolando: perché la Corte di Strasburgo non interviene su altre mille tematiche? Innanzi tutto, non può intervenire su tutto ciò che è extraeuropeo, in quanto non riguardante le Alte Parti contraenti (gli stati membri), anche se la violazione è compiuta da uno stato membro su un territorio di uno stato non membro. Non può intervenire neppure sulle questioni riguardanti l’Unione Europea, in quanto non ha nulla a che fare con la stessa UE, e neppure sulle questioni relative ai rapporti tra stati, in quanto la Corte tutela solamente i diritti di individui o gruppi di individui nei confronti degli stati. Infine, come ogni altra Corte, essa può intervenire solamente se chiamata in causa da una parte che si sente offesa, emettendo così una sentenza o un parere consultivo sulle tematiche di sua competenza.
Concludiamo invitando i numerosi commentatori dei social network a sottrarre qualche ora alla loro permanenza sugli stessi per dedicarlo magari a qualche lettura che eviti loro nuovi strafalcioni, magari scegliendo tra i titoli suggeriti in basso, e ricordando che nell’articolo non è stata espressa nessuna opinione, poiché ci siamo limitati solamente a dare una spiegazione dal punto di vista giuridico sulle competenze della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo.
BIBLIOGRAFIA
Beddard, R. (1995), Human Rights and Europe
Saccucci, A. (2001), Codice dei diritti umani: Nazioni Unite, Consiglio d’Europa
Saccucci, A. (2002), Profili di tutela dei diritti umani: tra Nazioni Unite e Consiglio d’Europa
Sudre, F. (2006), Droit international et européen des droits de l’homme
Van Dijk, P. & Van Hoof, G.J.H. (1990), Theory and Practice of the European Convention of Human Rights
Zanghì, C. (2006), La protezione internazionale dei diritti dell’uomo
ELENCO COMPLETO DEI DIRITTI GARANTITI DALLA CONVENZIONE
1) Diritto ad un ricorso effettivo
2) Divieto di discriminazione
3) Diritto alla vita
4) Divieto della tortura
5) Divieto della schiavitù e del lavoro forzato
6) Diritto alla libertà e alla sicurezza
7) Libertà di circolazione
8) Diritto al rispetto della vita privata e familiare
9) Diritto al matrimonio
10) Parità tra i coniugi
11) Diritto all’istruzione
12) Libertà di pensiero, di coscienza e di religione
13) Libertà di espressione
14) Libertà di riunione e di associazione
15) Protezione della proprietà
16) Diritto a libere elezioni
17) Diritto ad un equo processo
18) Nessuna pena senza legge
19) Diritto ad un doppio grado di giudizio in materia penale
20) Diritto al risarcimento in caso di errore giudiziario
21) Garanzie procedurali in caso di espulsione di stranieri
22) Divieto di espulsioni collettive di stranieri
CLICCA QUI PER LA PAGINA FACEBOOK
Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte e del link originale.