
Avevamo già parlato circa due mesi fa della legge che legalizzerebbe l’aborto in Uruguay, uno dei Paesi più laici e progressisti del continente sudamericano, guidato dal presidente José Mujica, salito all’onore delle cronache per essere il “presidente più povero del mondo”.
Mercoledì scorso il Parlamento dell’Uruguay ha fatto un altro passo in avanti verso i diritti civili, approvando la legge sui matrimoni omosessuali: 81 deputati degli 87 presenti hanno votato in favore della legge proposta dal partito di sinistra Frente Amplio, di cui fa parte lo stesso presidente della Repubblica Mujica. Il prossimo passo dell’iter legislativo prevede l’approvazione della legge da parte del Senato.
Con questa legge “gli eterosessuali, gli omosessuali, le lesbiche ed i transessuali saranno autorizzati a contrarre un matrimonio monogamo”. Il deputato Bango Juillet, uno dei promotori della legge, ha infatti sottolineato che non si tratta di una semplice legge sui matrimoni gay, ma “di una misura per rendere uguale l’istituzione del matrimonio indipendentemente dal sesso della coppia”.
L’Uruguay sta quindi per compiere un nuovo passo avanti nella materia dei diritti LGBT, dopo aver approvato le unioni civili, le adozioni da parte di coppie gay e lesbiche, il cambiamento di sesso per i maggiorenni e la presenza degli omosessuali nelle forze armate. L’Uruguay si pone anche all’avanguardia rispetto agli altri Paesi dell’America Latina, visto che fino ad ora solo l’Argentina e alcuni stati del Messico (Città del Messico e Quintana Roo) e del Brasile (Bahia) avevano reso legali i matrimoni tra persone dello stesso sesso.
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