
Secondo alcuni commentatori, denunciare la parzialità delle informazioni che vengono date sugli uragani sarebbe un segno di “faziosità”. Sono probabilmente gli stessi che pensano che un morto sia più o meno importante in base alla sua nazionalità. Ecco che quindi si può arrivare a giustificare il fatto che le televisioni ed i giornali diano rilevanza al passaggio di Sandy negli Stati Uniti, tralasciando i vari danni che ha provocato negli stati caraibici.
Prendiamo come esempio il caso di Cuba, l’isola più grande dei Caraibi. Il 24 ottobre, le autorità competenti cubane hanno lanciato l’allarme per il passaggio dell’uragano Sandy, in particolare nelle province orientali di Guantánamo, Santiago de Cuba, Granma, Holguín, Las Tunas e Camagüey.
Il 29 ottobre, dopo il passaggio dell’uragano, con venti superiori ai 175 km/h, le stesse autorità cubane hanno riferito il bilancio dei danni materiali causati dall’uragano: 130.000 case danneggiate, di cui 15.300 con crolli totali. Sono state anche stanziate delle risorse per venire in soccorso alle province orientali, ovvero quelle più colpite.
Il 30 ottobre, è iniziato il ripristino graduale della rete stradale nelle province di Santiago de Cuba e Holguín, le più danneggiate in assoluto. Molte strade erano ingombrate da alberi caduti. Le scuole sono state riaperte, e la rete elettrica riparata.
Il 1° novembre, il Presidente cubano, Raúl Castro Ruz, si è recato sui luoghi colpiti dall’uragano nelle province di Santiago de Cuba e Guantánamo. Il municipio di Songo-La Maya è stato segnalato come esemplare, per la partecipazione della popolazione nei lavori di recupero.
Negli ultimi giorni stanno proseguendo i lavori di recupero delle case, degli edifici pubblici e delle strade, e con il tempo si valuteranno anche i danni alle produzioni agricole ed alle attività commerciali.
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